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Oggi, nel pedemonte conurbato di Lombardia, sotto lo strato spesso e pesante dell'orizzonte contemporaneo, non è facile scovare le tracce profonde di questa passata organizzazione insediativa; fino a qualche decennio fa il romanico, con la sua pietra e le sue forme ben riconoscibili anche da lontano, segnava ancor il paesaggio dando ad esso una solida coerenza urbanistica. Relativamente più facile è riconoscere tali segni lungo le valli di Alpi e Prealpi, sebbene anche qui fattori diversi, quali l'abbandono dei prati a pascolo e la conseguente avanzata del bosco, abbiano reso più difficile leggere le unità di paesaggio, fino ad alterarne e a ridurne il senso. Le fotografie di Sala testimoniano una ricognizione a vasto raggio di edifici romanici spesso allo stato frammentario, o nascosti sotto vesti edilizie più tarde, che testimonia l'esistenza, a fianco delle auliche testimonianze proprie delle città sede di cattedra che hanno priorità nelle analisi degli storici dell'architettura, di un "folto gruppo di chiese minori, costruzioni in genere piccole e semplici ad una navata con copertura a tetto e abside semicircolare.